Le prove scritte sono tre, e si svolgono in giorni differenti ma consecutivi:
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un parere motivato, di diritto civile;
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un parere motivato, di diritto penale;
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un atto giudiziario che il candidato può scegliere tra il diritto civile, il diritto penale e il diritto amministrativo.
Fino all’entrata in vigore della riforma, durante la prova scritta i candidati potranno “consultare i codici commentati con la giurisprudenza” (art. 4, l. n. 242/1988), purchè questi non contengano integrazioni a carattere esplicativo.
Gli elaborati del candidato sono corretti da una commissione esaminatrice che si compone di 5 commissari, in cui ogni componente dispone di 10 punti di merito per ogni prova scritta. Per essere ammessi alla prova orale è necessario conseguire nelle tre prove scritte un punteggio complessivo di almeno 90 punti e con un punteggio non inferiore a 30 punti in almeno due prove. Conseguentemente, si può essere ammessi alla prova orale con l’insufficienza (cioè un punteggio inferiore a 30) solo in uno dei tre elaborati.
Le prove scritte sono realmente estenuanti, spesso il tempo di attesa prima cominciare è o sembra infinito, la concentrazione tende a scemare e l’ansia la fa da padrona. E’ buona norma quindi arrivare al giorno dell’esame riposati, ed attrezzati con acqua e spuntini energetici. Ascoltare troppo i colleghi non aiuta a concentrarsi, prendere qualche minuto di riposo ogni 50 minuti è un’ottima tecnica per mantenere la concentrazione
La correzione degli elaborati richiede un periodo di tempo particolarmente lungo, è quindi possibile che – anche se si è passata la prova scritta – prima di sostenere la prova orale si debba sostenere la prova scritta dell’anno successivo.